SESTO ULTERIANO

L'antica Chiesa di San Marziano

La chiesa di Sesto Ulteriano è dedicata a San Marziano, primo vescovo di Tortona, decapitato nel 122 d.C. durante le persecuzioni contro i cristiani promosse dall'imperatore Adriano.
Il suo corpo fu raccolto da San Secondo d'Asti che lo fece seppellire in un cimitero privato fuori dalla città, ove poi sorse una chiesa dedicata al martire. Su quell'area, scavi archeologici diedero ricchi reperti, che adornano ora il museo cittadino.
La venerazione per Sam Marziano, vescovo di Tortona, fu portata a Sesto Ulteriano dai canonici del Capitolo della Basilica degli Apostoli di San Nazaro di Milano. Essi godevano del privilegio di poter eleggere il curatore della chiesa di Sesto.

 


Questo privilegio, riconosciuto ai fondatori di chiese e cappelle, di nominare o presentare un ecclesiastico a un beneficio vacante, ci induce a pensare che il Capitolo di San Nazaro sia il fondatore della chiesa di Sesto Ulteriano; infatti esso provvide sempre ad eleggere il Rettore del patronato di San Marziano, il santo patrono della chiesa di Sesto.
Oltre al Rettore, i canonici provvidero anche alla elezione del curatore delle anime della parrocchia. Un documento del 1223 riguarda la nomina a curato di Sesto Ulteriano di un certo Alberto di Castelseprio; da un documento successivo risulta che lo stesso viene anche investito del beneficio di San Marziano, subentrando in ciò ad Uberto Villano.
Questo diritto d'antica consuetudine fu alquanto contrastato, tanto da generare episodi incresciosi. Nel 1482, Paolo Cunigo, parroco di San Giuliano, essendo morto il Rettore di San Marziano, Domenico de Clerici, presentò ai fedeli un frate dell'ordine degli Umiliati, certo Benedetto De Cottici; il Capitolo di San Nazaro elesse invece Giuliano Pontirolo.
A dirimere la disputa intervenne il Vicario Generale della Curia Arcivescovile, il quale informò il Duca di Milano, Gian Galeazzo Maria Sforza, dei diritti del capitolo ed intimò al frate, mandato dal prevosto di San Giuliano, d'andarsene.
Un altro tentativo inteso a scardinare il privilegio del Capitolo fu attuato con successo da Alessandro Simonetta. Egli, in qualità di procuratore del fratello minore, Giacomo, chiese ed ottenne da Papa Giulio II la nomina per la rettoria di Sesto.
Il Capitolo si oppose alla nomina papale accampando i propri diritti d'antica data e ricordando il Breve pontificio di Bonifacio IX, dato il 1 giugno 1402, che confermava lo juspatronato spettante al Capitolo di S. Nazaro in perpetuo.

 


Nella nuova disputa intervenne, come paciere, il Senatore Pietro Porcellana, il quale sentenziò il diritto di Giacomo Simonetta a godere dei frutti della Rettoria di S. Marziano, riconoscendo peraltro ai canonici di S. Nazaro il diritto di eleggere il curatore d'anime a Sesto Ulteriano. E' da ricordare che il Giacomo Simonetta era figlio di Giovanni, ambasciatore di Francesco Sforza a Venezia, fratello del celebre Primo Ministro, Cicco Simonetta; Giacomo Simonetta divenne poi cardinale nel 1535.
La Rettoria cessò nel 1597, quando venne formata la parrocchia di Sesto Ulteriano, a cui furono aggregate la frazione di Cologno e le cascine "dei Prati", "della Morte", "Nuova" e "Fornace di Sesto", per un totale di 381 persone da comunione. Nel 1644 il numero calò a 360.
L'attuale chiesa fu costruita nel 1643 utilizzando in parte le strutture della vecchia: lo si desume da un confronto tra le planimetrie del primo edificio e quelle dell'attuale. La parrocchia non ha particolari opere d'arte, pur possedendo un bel quadro di San marziano, una pala all'altare maggiore, un ottimo dipinto di San Carlo, di scuola lombarda del '600, ed un quadro, mediocre, di San Eurosia, dipinto nel '700.
Inoltre tra gli arredi sacri vi è una Madonna lignea del '600 ed un reliquiario d'argento dorato, fine lavoro d'oreficeria del '700. Nel 1786 il governo austriaco donò alcuni arredi già appartenenti a soppresse confraternite: tra questi, sei candelabri di rame dorato e due palii di Damasco.

 

(da "San Giuliano Milanese: una storia da raccontare", Luciano Previato, ed. Coop. Nuova Brianza, luglio 1989)
 

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